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Il tempo in toscana
A cura del LAMMA
PIATTI TIPICI DELL'ENTROTERRA

Per iniziare un pranzo alla maniera toscana è indispensabile un antipasto di terra a base di salumi (tra i quali spicca il saporito prosciutto) e di crostini, fette di pane abbrustolito spalmate di un paté a base di fegatini di pollo, milza di vitello, capperi e burro. Antipasto da ricordare è anche la panzanella, insalata di pane raffermo bagnato nell'acqua e insaporita con pomodoro, cipolla, basilico ed aceto.

Tra le prime portate merita la citazione iniziale la cosiddetta 'pappa col pomodoro', piatto 'povero' ma prelibato a base di pomodoro cucinato con olio, aglio, basilico e pepe. Sono apprezzatissime le zuppe toscane, fatte con verdure dal sapore forte e genuino, cotte per ore ed esaltate dall'olio al momento di essere servite. Citiamo tra tutte la più famosa, la ribollita fiorentina, che ha dato origine a molte varianti. Tra le pastasciutte toscane, la più tipica è senza dubbio quella di pappardelle alla lepre, con il condimento di sugo di lepre cotta in vino rosso, olio e pomodoro. Tra i secondi, il piatto simbolo è la celeberrima bistecca alla fiorentina, che per essere 'doc' deve provenire dai pregiatissimi bovini di razza chianina, allevati in Val di Chiana, ai confini con l'Umbria. Si tratta di un piatto simbolo in quanto rispecchia quasi alla perfezione gli elementi di essenzialità e rigorosità tipici della cucina toscana. Consiste infatti di una lombata intera, assai spessa, che non può superare i settecento grammi di peso e deve stare sulla brace senza subire alterazioni di nessun tipo; vietato rigirarla spesso o bucherellarla, in quanto potrebbe perdere i suoi aromi più buoni. Una volta pronta può essere salata, insaporita con olio e pepe e servita accompagnata da spicchi di limone. Piatto caratteristico è anche la trippa alla toscana, insaporita con pancetta, pomodoro e parmigiano. Tra i secondi ricordiamo anche l'anitra all'arancia, anitra arrosto spruzzata d'acqua vite e bagnata alla fine della cottura con succo d'arancia. E' una pietanza dal gusto particolarissimo, che si trova al centro di una disputa di carattere storico. Secondo i francesi infatti quella che loro chiamano la 'caneton à l'orange' appartiene esclusivamente alla scuola culinaria d'oltralpe. I fiorentini invece ne rivendicano la paternità. Sostengono infatti che il piatto derivi dal rinascimentale 'papero al melarancio', molto apprezzato alla corte medicea. La ricetta sarebbe stata introdotta in Francia dai cuochi che Caterina de' Medici si portò dietro quando lasciò Firenze per andare in sposa a Enrico II d'Orleans. La lista delle seconde portate sarebbe ancora lunghissima ma ci limitiamo alle più famose. L'arista, sella di maiale con aglio, rosmarino, chiodi di garofano, servita con contorno di patate e bietole. Ottima sia calda che fredda. Il pollo, fatto nelle maniere più svariate: alla diavola, alla cacciatora, fritto alla toscana o allo spiedo. Particolarmente famose le razze Valdarno nera e Livornese bianca. Non manca la selvaggina, con l'ottimo cinghiale maremmano, la lepre, il fagiano, le beccacce. Per quanto riguarda i legumi molto usati sono i fagioli che, si dice, in Toscana erano conosciuti già ai tempi degli etruschi. Vengono fatti all'uccelletta, tipica ricetta fiorentina, o al fiasco, secondo un sistema diffuso nella provincia di Pisa che vuole i fagioli messi con acqua, olio, rosmarino ed altri odori all'interno di un fiasco collocato sotto la cenere. Oltre che per fare le zuppe le verdure sono consumate spesso anche da sole, specialmente cotte in padella: ottimi in questo caso i rapini, i carciofi, i fiori di zucca, le zucchine, i cavolfiori. Tra i formaggi è rinomato il pecorino toscano, 'riscoperto' dagli esperti solo da pochi decenni, mentre tra i salumi, oltre all'ottimo prosciutto toscano, ricordiamo le salsicce di cinghiale e la particolare finocchiona, grosso salame morbido insaporito con semi di finocchio. Da assaggiare, nella Toscana del nord, il lardo di Colonnata che una volta era il companatico dell'umile pasto dei cavatori di marmo, mentre adesso è diventata una prelibatezza ricercata dagli intenditori. Particolare la sua preparazione, che prevede la stagionatura per otto mesi in una salamoia speziata. Molto rinomato anche il biroldo pistoiese, un insaccato fatto con sangue di vitello al quale si aggiungono pezzi di interiore e di salame, formaggio e spezie. Va gustato fresco oppure soffritto a fette e cotto nel vino.
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