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A cura del LAMMA
PARCO REGIONALE DELLA MAREMMA

E' la Toscana dei butteri e delle mandrie allevate allo stato brado, ma anche dell'istrice e dei timidi caprioli, della volpe, della macchia mediterranea che stordisce di profumi e di colori.
Protagonisti del paesaggio sono i monti dell'Uccellina, verde dorsale costiera punteggiata dai romantici resti di vecchie torri d'avvistamento e d'una abbazia cistercense.
Ai loro piedi si estendono a occidente il mar Tirreno, con spiagge e coste rocciose incontaminate, e a settentrione la piana delle foci dell'Ombrone.

Tra paludi pullulanti di vita, pinete monumentali e pascoli solitari, la Maremma è Toscana che non si scorda più.

Altre informazioni:
Estensione: 19.800 ettari.
Direzione del Parco e sede amministrativa: Alberese (GR) loc. Pianacce
Centro visite del Parco: Alberese P.zza del Combattente
Telefono: 0564 407111
Sito web: www.parks.it/parco.maremma

Denominazione: Parco naturale della Maremma
Istituzione: Legge Regione Toscana 5 giugno 1975, n° 65
Ubicazione: Regione Toscana - Provincia di Grosseto - Comuni di Grosseto, Magliano in T. e Orbetello
Ente Gestore: Consorzio tra i Comuni interessati per il territorio e Amministrazione Provinciale
Organi di amministrazione attiva: Consiglio del Consorzio e Presidente
Organi consultivi e di proposta: Comitato Scientifico del Parco e Direttore del Parco
Strumenti attuativi del Parco:
- piano territoriale di coordinamento, adottato nel novembre 1976 e divenuto operante nell' agosto 1977;
- piani di gestione, operanti quello forestale e quello agronomico-zootecnico che reca norme per I'edificazione in zona Parco;
- regolamenti, attinenti alle visite, alla navigazione sul fiume Ombrone, all'esercizio della pesca sullo stesso fiume, al transito sulle strade interne al Parco e alla penetrazione nel suo territorio
Musei del Parco:
- in Talamone, presso la Rocca, con caratteristiche storico-naturalistiche;
- in Alberese è in allestimento il Museo della cultura contadina Sede del Parco:
- presso l'Amministrazione Provinciale (sede ufficiale)
Pianta organica del Consorzio: 40 posti di cui 26 coperti tra personale di vigilanza e tecnico amministrativo
Finanziamenti: Regione Toscana, Enti partecipanti al Consorzio, entrate connesse con l'attività del Parco.

Approfondimento:
Il Parco della Maremma visto da Ilio Boschi
Tratto dalla rivista del Coordinamento Nazionale dei Parchi e delle Riserve Naturali
NUMERO 2 - FEBBRAIO 1991

Il Parco naturale della Maremma, istituito con Legge Regione Toscana 5 giugno 1975, n° 65, è ubicato nella provincia di Grosseto, la più meridionale della Toscana. Occupa una porzione di territorio di 9.800 ha posta nei Comuni di Grosseto, Magliano in Toscana e Orbetello, delimita a Sud-Ovest dal Mare Tirreno, a Nord-Est dalla linea ferroviaria Grosseto-Roma e dal tracciato dell'antica Via Aurelia, a Sud dall'abitato di Talamone e a Nord-Ovest daU'abitato di Principina a Mare.
Dal punto di vista morfologico il territorio del Parco è costituito in parte da un'area planiziale e in parte dai rilievi coUinari denominati Monti dell'Uccellina che nella parte meridionale del Parco giungono a contatto col mare, dando luogo ad una costa alta ed erosa. La parte pianeggiante è attraversata dal fiume Ombrone (il secondo deUa Toscana per lunghezza) che attraversa il Parco nel suo tratto terminale, gettandosi in mare con una foce a delta.
Oggetto di opere di bonifica intraprese nella seconda metà del secolo scorso dai Lorena e protrattisi fino agli anni '30, oggi questa parte del Parco è utilizzata per scopi agricoli. Pur tuttavia a cavallo deUa foce del fiume, nella parte più prossima al mare, residuano zone palustri che si allagano stagionalmente, dando luogo a un ambiente di particolare pregio naturalistico e paesaggistico.
La parte pianeggiante posta in sinistra della foce del fiume è coperta, per una superficie di circa 700 Ha. da una pineta costituita da Pinus pinea, ed una fascia più prossima al mare di Pinus pinaster, impiantata dai Lorena nel contesto delle opere di bonifica. A fronte dell'area planiziale la costa del Parco presenta una spiaggia della lunghezza di circa 8 Km. sulla quale sono presenti formazioni dunali ricche di specie pioniere e, neUe parli consolidate, di ginepreti, comprendenti le specie J. macrocarpa e J. phoenicea .
La parte collinare del Parco, che culmina nei 417 metri sul livello del mare di Poggio Lecci, è interamente coperta da macchia mediterranea fatta eccezione per i più modesti rilievi orientati a Sud-est interessati da estesi oliveti.
Sotto il profilo geologico le colline sono di natura calcarea, anche se talora ci si trova in presenza di aree caratterizzate dal verrucano. In conseguenza di ciò l' area collinare non annovera acque fluenti, anche se numerosi sono i luoghi ove l'acqua affiora in sorgenti.
Descrivere le caratteristiche floristico vegetazionali del Parco è assai complesso in ragione della varietà degli ambienti che esso presenta.
La macchia,che copre, come detto in precedenza, i rilievi collinari, è costituita da un'associazione di specie arboree e arbustive. Tra le prime predominano il leccio, ma sono assai ben rappresentate anche la roverella, l'orniello, il cerro, il carpino nero. Le essenze arbustive più diffuse sono costituite da eriche (scoparia, arborea e, sul versante del mare, multiflora), corbezzolo, fillirea, lentisco, mirto, dafne sericea, ginepro fenicio e coccolone, rosmarino, cisto, ginestre ed altre. Di particolare interesse la vegetazione delle aree rupestri in prossimità del mare, ove è presente l'euforbia, la palma nana e il ginepro. La pineta, oltre al pino offre un ricchissimo sottobosco costituito da essenze arbustive tipiche della macchia mediterranea.
Nelle zone umide la vegetazione è condizionata in gran parte dai livelli raggiunti delle acque. Nelle viene più basse predominano le tife e i giunchi (maritimus e acutus), mentre nelle parti più alte la salicornia e la statice. Peraltro questa parte del territorio del Parco, per la presenza di dune fossili che si inseriscono nell'area palustre (di fatto le parti allagate altro non sono che avvallamenti in terdunali),presenta anche essenze arbustive proprie della macchia mediterranea oltre a una consistente presenza di pino domestico, dando luogo a un paesaggio particolarmente suggestivo. La spiaggia e le dune retrostanti annoverano una grande quantità di specie pioniere, particolarmente adattata ad un ambiente che riproduce, se pure in miniatura, una situazione desertica
Tra esse vale ricordare il grillio di mare, l'elicriso, la soldanella la barba di Giove, l'eringio e l'ammofila arenaria.
Una tanto complessa situazione ambientale fa si che il Parco Naturale della Maremma si caratterizzi per la diversità degli ecosistemi che lo compongono, i quali si succedono con notevole frequenza e spesso si intrecciano e si sovrappongono.
E ' da attribuire sicuramente a questa peculiarità, unità alla sua ubicazione geografica e alla mitezza del clima, la ricchezza faunistica del Parco.
Notevole la popolazione di ungulati nella specie cinghiale, capriolo e daino. Non meno rappresentata è la volpe. Tra i mustelidi sono presenti il tasso, la martora, la faina, la puzzola e la donnola. Assai numerosa la popolazione di istrice. Presenti anche la lepre e il coniglio selvatico, la nutria e molte specie di micromammiferi. Rarissimo il gatto selvatico.
Considerazioni a parte merita l'avi fauna. Infatti il territorio del Parco, per la sua particolare ubicazione geografica, posta di fronte all'Arcipelago toscano, che con la Corsica e la Sardegna costituisce una sorta di 'ponte" gettato sul Mediterraneo tra la costa italiana e quella africana, è un sito ove si concentrano notevoli quantità di specie migratorie, molte delle quali svernano in questi luoghi facilitate da una situazione ambientale particolarmente favorevole in termini di risorse alimentari e di rifugio. Di particolare rilevanza le specie palustri. Anatre selvatiche (oltre 7.000 ogni anno) trascorrono l'inverno nelle zone umide del Parco, unitamente a oche selvatiche e a moltissime specie di trampolieri. La macchia è pullulante di vita per la presenza di migliaia di colombacci, turdidi, piccoli uccelli silvani, beccacce e cosi via dicendo. Nutrita anche la presenza di rapaci notturni e diurni. Tra questi vale la pena di segnalare il falco pellegrino e il biancone, ambedue sicuramente nidificanti. La stagione della tarda primavera e quella estiva vedono presenti nel Parco, oltre alle specie di avifauna stanziale, i migratori nidificanti, tra i quali preme ricordare la variopinta ghiandaia marina, il gruccione, la tortora, l'upupa, eccetera. Le caratteristiche ambientali così ricche e al contempo rare e le numerose e importanti emergenze naturalistiche e storiche (I'uomo è stato qui presente sin dal paleolitico, lasciando numerose testimonianze e vestigia, quali grotte, strada, ponti e ville romane, un'abbazia dell'XI secolo, torri di guardia) sono i motivi che hanno indotto alle scelte del Parco.
La gestione che il Consorzio del Parco ha posto in essere si è articolata intorno ad alcuni principi e scelte fondamentali, che hanno costituito quella che può essere definita la "filosofia del Parco". Primo fra tutti l' obiettivo di dare al Parco contenuti attraverso i quali l'obiettivo primario deUa tutela delle risorse ambientali del territorio si sposasse con la crescita civile, sociale ed economica delle popolazioni locali. Obiettivo sicuramente ambizioso al momento dell'istituzione del Parco, quando ancora la prevalente cultura ambientalistica si orientava nel senso deUa conservazione intesa come estromissione dal territorio di ogni attività umana, portatrice soltanto di alterazione di già precari equilibri e quindi di degrado. Buona parte del merito circa il conseguimento di risultati in tal senso deve sicuramente essere attribuita all'apporto offerto al Consorzio del Parco da parte del Comitato Scientifico e dalla ricerca scientifica. Infatti l'aver coinvolto il mondo scientifico neUa fase della determinazione delle scelte e l'acquisizione di una notevole quantità di conoscenze sul territorio hanno fatto si che le opzioni verso le quali l'Ente gestore del Parco si andava via via orientando non fossero lasciate alla casualità, bensì assunte con cognizione di causa.
Così, dopo la definizione del piano territoriale di coordinamento, si è potuto gestire concretamente il territorio, mediante piani di gestione, finalizzati alla disciplina delle attività umane, muovendo da quelle di carattere produttivo, quali il settore forestale e quello agronomico-zootecnico, con risultati importanti sotto il profilo deUa tutela ambientale, ma anche dal punto di vista economico.
Nel frattempo, a partire dal 1978, il Parco veniva aperto alle visite del pubblico, dopo avere predisposto precisi itinerari di visita ed un apposito regolamento, fissando un numero chiuso di visitatori per giornata e un biglietto di ingresso a pagamento.
Coerentemente con il principio in base al quale il Parco veniva concepito come un'entità preminentemente culturale, la sua apertura alle visite del pubblico ed in particolare delle scolaresche veniva accompagnata dalla organizzazione di un servizio di guide e dalla predisposizione di materiale illustrativo e di una collana di pubblicazioni a carattere divulgativo, concernenti singoli aspetti del Parco. Dopo le prime esperienze si è andata sviluppando l'attività di soggiorni studio settimanali riservati a scolaresche, e in periodi estivi, di vacanze attive per giovani, la cui giornata viene divisa tra piccoli lavori, attività culturali e ricreative. A quindici anni dalla istituzione del Parco si può ormai tranquillamente affermare che la sua gestione è stata ed è largamente apprezzata, ove si consideri che il flusso di visite, proveniente da ogni parte d'Italia e anche dall'estero, è passato daUe 17.500 del 1978 a oltre 300.000 persone negli ultimi anni. In proposito vale certamente la pena di considerare come si sia rivelato corretto il principio di non considerare il Parco come un momento di promozione turistica, evitando di mettere le sue notevoli risorse ambientali a disposizione di un turismo consumistico, quale è quello presente nel comprensorio soprattutto nei periodi estivi. Una particolare attenzione, come già accennato, è stata riservata alla ricerca scientifica, considerata come un momento fondamentale per una corretta gestione del territorio. Università italiane e straniere, istituti scientifici e di ricerca, studenti che preparano le loro tesi svolgono numerose e vari e indagini nel territorio del Parco, che spaziano praticamente in ogni settore.
Particolare attenzione il Consorzio che gestisce il Parco ha riservato sin dalla sua istituzione ai rapporti con le popolazioni locali, con le quali si confronta ogni qualvolta si debbano adottare provvedimenti di portata generale e che comunque abbiano incidenza nei loro riguardi.
L'obiettivo originario che il Parco della Maremma si era posto, vale a dire di poter coniugare i termini di tutela e sviluppo, si può dire che sia stato realizzato ove si consideri che il Parco è visto dalle popolazioni locali come un elemento costituente la realtà locale e non già come una sorta di "corpo estraneo", così come veniva considerato all'indomani della sua istituzione. Questo importantissimo elemento, che non è dato trovare nella generalità delle situazioni nelle quali versano i parchi italiani, è sicuramente dovuto a ciò che il Parco ha rappresentato in termini economici (nuovi posti di lavoro, indotto prodotto dal flusso dei visitatori in un arco di altri 8 mesi dell'anno e così via dicendo), ma certamente anche, in buona misura, dalla crescita civile e culturale che il Parco stesso e la sua gestione hanno prodotto nelle popolazioni locali.

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